Igiene orale - Anxadent
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IGIENE ORALE

Fa riferimento a tutte quelle manovre praticate dal professionista in studio finalizzate ad eliminare i residui di placca e tartaro che inevitabilmente si accumulano nel tempo. La quotidiana igiene domiciliare, infatti, spesso non è efficace in modo assoluto.

Prevede la pulizia superficiale (detartrasi) e/o profonda (levigatura radicolare/scaling) attraverso strumenti ultrasonici e manuali.

Ovviamente se a questo aggiungiamo una igiene orale domiciliare insufficiente sia in senso qualitativo che quantitativo, la condizione di igiene orale non potrà che essere inadeguata al mantenimento di un livello di salute orale idoneo.

Le manovre di igiene orale professionale sono diverse:

– ablazione tartaro e rimozione placca;
– polishing;
– levigatura radicolare;
– levigatura radicolare a cielo aperto.

L’igiene orale è il modo più sicuro per evitare l’insorgere della placca batterica e quindi il generarsi di carie che, se trascurate, determinano la necessità di asportare o devitalizzare il dente.

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L’igiene orale domiciliare comprende tutte quelle manovre che andrebbero eseguite a livello domiciliare al fine di garantire un livello di igiene compatibile con la salute orale. Una buona igiene orale è garantita da un corretto spazzolamento con uno spazzolino da denti in senso gengi-dentale (da rosa a bianco) delle superfici dentali esterne ed interne, nonché della superficie occlusale (con movimenti antero-posteriori e laterali).

Da ultimo ma non meno importante è la detersione con spazzolino senza dentifricio della superficie linguale, che per la sua conformazione trattiene parecchi residui alimentari e batteri, predisponendo allo sviluppo di una alitosi. Passaggio successivo è l’utilizzo del filo interdentale in modo da detergere gli spazi tra un dente e l’altro, e un collutorio.

Lo spazzolino manuale dovrebbe essere cambiato non appena le setole appaiono larghe e consumate, indicativamente una volta ogni due o tre mesi.

I denti vanno spazzolati secondo uno schema preciso:

– dall’alto verso il basso per i superiori, viceversa per gli inferiori;
– prima sopra e poi sotto;
– prima gli incisivi, sopra e sotto, poi canini sopra e sotto, premolari, e molari.

Occorre arrivare fino a dove è meccanicamente possibile, facendo attenzione ad insistere tra dente e dente, per premolari e molari bisogna spazzolare anche con moto rotatorio;

– prima esternamente, poi internamente.

L’operazione deve essere ripetuta più volte per evitare di lasciare zone scoperte, per convenzione si dice di lavarsi i denti per almeno tre minuti.

Altri strumenti utilizzati sono:

– lo spazzolino elettrico

migliore se con movimento sia rotatorio che ondulatorio, da utilizzare poggianodo la testina su ogni singolo dente con un’inclinazione di 45° e cercando di seguirne le forme, per un totale di circa 2 minuti;

– lo scovolino

al posto del filo interdentale;

– un idropulsore

vale a dire uno spruzzatore di acqua in pressione per rimuovere i residui di cibo fra un dente e un altro, e soprattutto fra gengiva e dente, zona non raggiungibile altrimenti anche in una bocca pulita, dalla quale la carie talora penetra all’interno del dente fino alla radice che bisogna poi devitalizzare.

Lo sbiancamento dentale è una procedura odontoiatrica che permette di migliorare il colore dei denti, rendendoli più bianchi. Agisce solo sui denti naturali, non agisce su corone protesiche, otturazioni o qualsiasi altro materiale da restauro presente nel cavo orale. Dopo il trattamento sbiancante, eventuali corone protesiche od otturazioni potranno essere maggiormente visibili in quanto non più adeguate al nuovo colore raggiunto dai denti naturali.

La durata dell’effetto sbiancante è di circa 15 mesi, ma anche dopo i denti risulteranno comunque più bianchi rispetto al colore precedente al trattamento. Per prolungare gli effetti ed evitare la recidiva del colore ci si può sottoporre a un nuovo trattamento sbiancante anche dopo un anno.
Per mantenere più a lungo i risultati dello sbiancamento e non perdere il bianco è importante soprattutto una buona igiene domiciliare, affiancata da trattamenti periodici di igiene professionale.

Lo sbiancamento dentale professionale attualmente è una pratica sicura per i pazienti, che non altera o rovina lo smalto dei denti e inoltre permette una predicibilità di risultato molto elevata. Perché avvenga tutto ciò ovviamente è necessaria una visita accurata da parte del dentista e l’uso di prodotti certificati. Nonostante ciò, i possibili effetti collaterali che si possono presentare sono ipersensibilità dentinale e lievi ustioni chimiche delle gengive.

Tale sensibilità, che può essere più o meno lieve, è assolutamente reversibile nel giro di poche ore oppure, in pochissimi casi, nel giro di qualche giorno.

L’ustione chimica delle gengive è una temporanea infiammazione dovuta al contatto con l’agente sbiancante. La sensazione che si può provare è simile al bruciore e le zone interessate possono anche apparire biancastre. La cosa non deve assolutamente preoccupare, si risolverà spontaneamente in poche ore.

Durante il trattamento sbiancante sarebbe opportuno evitare l’assunzione di cibi e bevande pigmentanti come per esempio:

– tè, caffè ecc;
– fumo (sigarette, pipa), tabacco da masticare;
– bevande e bibite colorate come Coca-Cola, vino, cocktail ecc;
– salse e sughi;
– verdure come carciofi, carote, pomodori ecc;
– frutta come fragole, frutti di bosco, marmellate ecc;
– caramelle colorate, liquirizia;
– collutori.

La placca batterica è un aggregato bianco-giallastro di microrganismi e residui di cibo che si attaccano tenacemente tra dente e dente lungo la linea gengivale.

Il tartaro è uno strato di depositi minerali che si forma a causa di batteri e sali di calcio contenuti nella saliva. Può trovarsi solo sulla superficie dei denti o, nei casi più gravi, penetrare all’interno delle gengive. Si presenta generalmente di colore giallognolo ma può assumere anche colorazioni marroni a causa del fumo di sigaretta o dei pigmenti derivati dal cibo.

La forza di aderenza del tartaro è tale che può essere rimosso soltanto dal dentista o dall’igienista attraverso la detartrasi. Il modo migliore per prevenire il tartaro è mantenere una corretta igiene orale che permette di eliminare quotidianamente la placca ed effettuare visite di controllo regolari.

COS’È LA DETARTRASI?

È un trattamento professionale di pulizia dentale effettuato dall’igienista o dall’odontoiatra che consiste nella rimozione meccanica del tartaro dai denti.

PERCHÈ FARE LA DETARTRASI?

Il tartaro, oltre a rappresentare un problema estetico, compromette la salute dentale ostacolando la corretta igiene quotidiana stratificandosi sui denti e favorendo così la proliferazione di batteri. La detartrasi è quindi fondamentale non solo per migliorare l’aspetto estetico dei denti, ma soprattutto per evitare che il tartaro e la placca infiammino le gengive che potrebbero sanguinare e nel tempo provocare la caduta dei denti anche se non sono cariati.

COS’È IL CURETTAGE?

È il procedimento di rimozione di tartaro e placca dalla parete dentale al di sotto della gengiva con uno strumento di raschiamento denominato Curette. Attraverso il curettage è possibile prevenire la formazione di sacche di tartaro all’interno delle pareti gengivali.

PERCHÈ FARE IL CURETTAGE?

Per evitare gli accumuli di tartaro che possono indebolire, infiammare e gonfiare la gengiva.

COS’È LO SCALING?

Lo scaling è una pulizia profonda del cemento necrotico formato dal tartaro all’interno delle gengive. Consiste nel raschiamento delle sacche di tartaro formatisi nelle gengive, ma anche nella levigatura della parete della radice dentale in modo da ridurne le irregolarità e rendere più difficile il futuro accumulamento di batteri, tartaro e infiammazioni.

PERCHÈ FARE LO SCALING?

Per curare la formazione di sacche necrotiche all’interno delle gengive che indeboliscono il radicamento del dente.